Il Tai Chi Chuan ovvero la “Lotta della Suprema Polarità” è un’antica arte marziale nata in Cina.
Questa disciplina, pur mantenendo sempre una forte connotazione marziale, ha messo in secondo piano quella che viene comunemente definita “marzialità esterna” cioè un’attenzione rivolta principalmente al combattimento, e si è focalizzata su una natura più sottile, rivolgendosi prevalentemente alla “marzialità interna” cioè allo sviluppo e rafforzamento delle caratteristiche psicofisiche del singolo individuo.
Quello che si basava su un confronto fra due avversari, qui è stato sviluppato in un’ottica differente, l’avversario non ha più un carattere di contrapposizione, ma diventa a sua volta un aiuto per progredire, per aumentare la consapevolezza e la sensibilità verso se stessi e quindi ancora verso gli altri.
Partendo da quello che in prima apparenza può sembrare un semplice esercizio fisico, si arriva ad entrare più profondamente nella natura personale, creando un legame attivo, sensibile ed indissolubile fra la mente ed il corpo, stimolando quindi le capacità di auto guarigione insite nel nostro fisico, che sono troppo spesso dimenticate o non ascoltate.
La pratica costante è in grado di mantenere elasticità delle articolazioni, eliminare i blocchi psicofisici e ristabilire la quiete e l’equilibrio della mente.
Il Tai Chi è adatto a tutti, non vi sono limiti di età per avvicinarsi e praticarlo. Il Tai Chi un’arte marziale rivolta all’interno, ma non è una pratica fine a se stessa, è uno stile di vita, che rifacendosi alle regole basilari della natura non ha veri confini territoriali o barriere culturali, ma è un valido metodo che ognuno di noi può applicare nella quotidianità per migliorare il proprio stile di vita, giorno per giorno.
Ricordo perfettamente la mia prima lezione di Tai Chi Chuan vissuta come allievo, ormai più di qualche anno fa. Non sapevo niente di Tai Chi ed ero arrivato a questa nuova esperienza carico di domande e di voglia di sapere, cercavo risposte, cercavo qualcosa che forse nemmeno io sapevo bene cosa fosse.
Quella prima sera l’insegnante disse solo poche parole: “il Tai Chi è come prima cosa un’arte energetica fondata sul movimento e sull’esperienza; per tutto quello che riguarda la teoria ci sono nelle librerie decine di libri scritti da persone che sanno sicuramente meglio di me spiegare quali siano le radici storiche, filosofiche, marziali, mediche, che hanno portato noi a fare quello che ci stiamo apprestando a fare, qui, questa sera e nel tempo che verrà; la vera sostanza, come insegnavano i maestri cinesi, è seguire l’insegnante, sentire e provare“.
In un primo momento rimasi molto contrariato da questo approccio; il Tai Chi era una cosa che avevo voglia di sperimentare anche e soprattutto sotto altri aspetti che non fossero solo quello diretto, sul campo, all’interno di una palestra. Mi ci sono voluti anni per capire quanto fosse vero quel pensiero, quel metodo; ci sono cose che vanno prima provate, sperimentate, porte che devono essere aperte, rigidità che devono essere ammorbidite, blocchi che devono essere compresi, avvicinati ed accettati.
Dopo anni, mi ritrovo oggi in una posizione invertita, ora ho qualche risposta in più rispetto ad allora, ho letto quei libri di cui si era parlato quella lontana sera e devo tentare di avvicinare qualcuno che magari come me non sapeva niente di un mondo nuovo, particolarissimo ed estremamente interessante, costituito da:
- WU CHI, TAI CHI, YIN e YANG, taoismo, I Ching, marzialità interiore, il Maestro Chang San Feng, “l’immortale”, gru e serpenti, elementi della medicina cinese (Legno, Fuoco, Terra, Metallo e Acqua);
- dalla famiglia Chen e dalla famiglia Yang;
- da Yang Lu Chan “l’imbattibile” delle forme lunghe e delle forme abbreviate;
- dal Gran Maestro Yang Sau Chung che ha fondato la I.T.C.C.A. e dal Maestro Chu King Hung che ha portato tutte queste conoscenze fino a noi.
Rimando quindi anch’io le spiegazioni di tutta la parte teorica ai numerosissimi libri o le innumerevoli pagine web pubblicate sull’argomento e scritte da persone sicuramente più abili di me con le parole e i concetti ed invito invece a lasciare per una volta l’approccio mentale per provare, sperimentare, questa arte che partendo dal movimento energetico ci porta ad una consapevolezza interiore e ci indica la strada verso una grande soglia: la conoscenza di se stessi.
Paolo